Leonardo Momento Zero Blue Hawaii confezioneQuando sono andato da Goldpen ero deciso a prendermi una Leonardo “Momento Zero” nella versione in resina “Corno” sulla quale avevo a lungo meditato: mi sembrava perfetta per la sua capacità di ricordare le vecchie stilo dei miei tempi (oltre mezzo secolo fa...).
E infatti, alla mia richiesta precisa mi è stata data la possibilità di guardare, esaminare e soppesare tra le mani proprio la penna che avevo indicato.
A questo punto, però, la inarrestabile Laura ha buttato là:”Hai dato un’occhiata alla «Blue Hawaii», con la sua fantasiosa resina a strisce...? Potrebbe piacerti...”
E allora, come per magia, si è materializzata la penna in questione, che ha subito fatto apparire banale e scontata la versione “Corno”.
Le mie perplessità sull’adeguatezza stilistica dell’oggetto rispetto alla mia età avanzata sono svanite quasi subito: man mano che mi rigiravo tra le mani la “Hawaii” sentivo sempre più nettamente che era fatta per me.  La decisione è stata poi rapida e definitiva.
La possibilità di scegliere, tra quelli presenti, anche un esemplare con un numero di serie “gradito” è stata la ciliegina sulla torta: alla fine me ne sono andato via felice come un bambino con l’esemplare numero 50 (scelto forse perché mi piacciono le cifre tonde?...), quella che sto per recensire.
La scatola nella quale questa penna viene fornita appare molto sobria, quasi spartana, anche se abbellita (quasi nobilitata) dall’elegante logo della casa, con le caratteristiche e beneauguranti ali spiegate.
La penna risulta alloggiata in un ampio incavo rivestito di un semplice e, tutto sommato, scarsamente protettivo vellutino.
Sarebbe stata preferibile una confezione che mantenesse la penna bloccata in una posizione più protettiva: meglio evitare di scuotere troppo la scatola!
Forma ed estetica
La forma complessiva è definibile “a sigaro”, leggermente panciuta al centro del fusto e lievemente rastremata alle estremità.
Le caratteristiche cuspidi sul fondello e sul cappuccio (oltre alla clip con rotellina) richiamano abbastanza da vicino quelle di alcune Omas degli anni passati: penso alla “Galileo Galilei” o al celebre modello icona di OMAS “The Paragon” Vintage, disegnato da Armando Simoni nel 1931.
                                                            Leonardo Momento Zero Stilografica
Leonardo Momento Zero Hawaii mira di coloreConfronti a parte, la penna in questione presenta una forma estremamente equilibrata e gradevole, premessa e promessa di un uso confortevole.
La consapevolezza che si tratta di un prodotto realizzato a mano, come orgogliosamente sottolinea la scritta sull’involucro esterno, ottenuta per lavorazione “da pieno” a partire da barre di resina esclusive, giustifica e rafforza la rassicurante sensazione di robusta consistenza che questa penna è in grado di comunicare già al primo contatto.
La penna si avvale dei preziosi e raffinati cromatismi di una resina che, una volta lavorata, presenta uno sviluppo a strisce longitudinali piuttosto diverse, quasi a contrasto: si alternano, così, strisce che simulano perfettamente il corno ad altre di un cangiante azzurro mare o, ancora, di un blu intenso e profondo: le particolari e indovinate stratificazioni della resina evocano le peculiarità della celluloide, con un effetto che non manca di catturare l’occhio!
La “personalità” cromatica di questa penna è apparsa subito così singolare da indurmi ad inserire una “mira di colore”, che offre un riferimento affidabile per una resa cromatica calibrata (o almeno “plausibile”) sui diversi monitor sui quali le immagini verranno visualizzate.
La Blue Hawaii condivide con le costose penne del Kit Maestro (in edizione limitata a soli 15 esemplari) l’esclusiva prerogativa dei tre anelletti metallici in prossimità della bocca del cappuccio: sugli altri modelli ne troviamo solo due.
A prevenire le eventuali osservazioni dei più pignoli, vale la pena di ricordare che il corto tratto finale del cappuccio (sotto gli anelletti) presenta righe che non costituiscono la continuazione di quelle presenti sul resto del cappuccio.
La ragione è piuttosto semplice e si riferisce alla possibilità materiale (= meccanica) di sistemare i tre anelletti metallici.
D’altra parte non risultano allineate neanche le strisce del fusto con quelle del cappuccio: davvero difficile, se non impossibile, fare diversamente.
Leonardo Momento Zero Hawaii specifiche tecnicheDecisamente apprezzabile la soluzione adottata per l’applicazione/inserimento della clip, in una fessura (con un taglio assolutamente netto e pulito) praticata nel cappuccio: il risultato è impeccabile.
Il fusto è terminato da un cosiddetto “blind cap”, ovvero un coperchietto filettato, nella stessa resina del fusto e del cappuccio, che copre e protegge la parte terminale del lungo cilindro metallico col quale si può caricare di inchiostro il converter (in dotazione) senza aprire il fusto.  Una menzione particolare e ben meritata va all’altissimo grado di finitura dell’intera penna, degno di un prodotto di prezzo decisamente superiore: contribuisce a dare all’oggetto un tocco di classe che prescinde dalla fascia di prezzo: proprio una bella prestazione!
Leonardo Momento Zero Blue Hawaii componentiComodità d’uso
Come accennavo prima, rigirarsi tra le mani questa penna trasmette immediatamente un’impressione di rassicurante consistenza (merito del materiale e degli spessori) senza la penalizzazione di un peso eccessivo. Le dimensioni sono confortevolmente “medie”; può essere, perciò, impugnata ed impiegata dalla maggior parte delle mani anche senza cappuccio calzato che, col suo peso ridotto, non determina, d’altronde, un significativo sbilanciamento verso dietro: il baricentro cade così sempre nell’arco fra pollice ed indice, stabile e sicuro.
Il diametro tendenzialmente generoso contribuisce ad una presa priva di incertezze, confermata da una sezione non troppo lunga ma ben sagomata e opportunamente rastremata verso il pennino: il dito indice vi trova agevolmente il suo punto d’appoggio. La filettatura per la chiusura del cappuccio si trova abbastanza in alto e le sue cuspidi non interferiscono con il confort dell’indice.
Il cappuccio si apre in poco più di un giro (370 gradi circa...), prestazione, come al solito, destinata ad essere apprezzata da chi scrive “a tratti”, con continue e frequenti aperture e chiusure.
La facile e rapida apertura consiglia, tuttavia, qualche precauzione, assicurandosi sempre che il cappuccio sia sicuramente avvitato, ad evitare intempestive aperture e sgradevoli spandimenti di inchiostro. L’accuratezza realizzativa delle filettature riesce ad evitare qualunque gioco o incertezza di impegno.
La clip, tanto lodata per il suo montaggio, si presenta tendenzialmente piuttosto dura da flettere: la rotellina finale offre, perciò, un aiuto apprezzabile per infilare la penna nella maggior parte dei tessuti, purché non troppo spessi.
Come si accennava sopra, la penna viene alimentata attraverso il converter in dotazione, dotato di una utilissima “prolunga” metallica, pur’essa marcata con il logo della casa, ad ali spiegate. Opportuno ricordare, inoltre, che il converter è saldamente avvitato alla sezione, con indubbi vantaggi in termini di sicurezza e solidità della giunzione: nell’uso effettivo il sistema si rivela estremamente pratico e veloce.
In mancanza di una “ink window”, si rende necessario svitare il fusto dalla sezione solo per controllare il livello di inchiostro ancora disponibile.

Leonardo Momento Zero Hawaii Gruppo PenninoIl gruppo pennino

Il pennino, di buone dimensioni (un #6) è in acciaio armonico (v. riquadro) di produzione germanica (Bock o Jowo, a seconda delle fonti e dei modelli...) ed è la classica ciliegina sulla torta, contribuendo in maniera decisiva al successo di questo “attrezzo”, come si vedrà tra poco.
L’estetica è rigorosa, direi minimalista: la superficie superiore, lucida a specchio, riporta, nell’ordine, dall’alto in basso, sotto il foro di sfiato, solo le scritte LEONARDO e OFFICINA ITALIANA (su due righe), le due eleganti ali spiegate del logo e, più in basso, la larghezza del pennino, <F> in questo caso. Il lettering è molto elegante e inciso piuttosto in profondità, al punto da lasciare intravedere un fondo capace di rimandare interessanti riflessi.
Il materiale è l’acciaio armonico, garanzia di durata e resistenza alla quasi totalità degli inchiostri più aggressivi (acidi o basici).
Questo tipo di pennino costringe inevitabilmente a ritornare sul solito tema dei pennini in oro: avevano certamente un ruolo e una logica ai tempi in cui il semplice acciaio (Fe-C), precedente all’inox (introdotto nei primi anni del secolo scorso), era facilmente soggetto a quella corrosione alla quale l’oro sfuggiva. Ma con gli acciai moderni, come quello armonico di questo pennino, l’oro appare sempre di più come un grazioso ma costoso vezzo: non posso fare a meno di pensare ai 21 carati (gulp!...) di alcuni pennini Sailor.
Oltretutto il tipo di acciaio adottato garantisce doti di elasticità del tutto sconosciute all’oro, piuttosto incline a deformazioni plastiche, ovvero dolorosamente definitive: opportunamente sagomato e dimensionato negli spessori un pennino in acciaio armonico offre un grado di flessibilità del tutto precluso all’oro.

Acciao Armonico
L’alimentatore (che nei costosi modelli in celluloide è in ebanite) è realizzato in ABS [un copolimero derivato dallo stirene polimerizzato insieme all’acrilonitrile in presenza di polibutadiene, caratterizzato da grande resistenza meccanica e termica]: i puristi sono pronti a giurare che un alimentatore in ebanite [prodotta dalla vulcanizzazione della gomma, ben resistente alla corrosione ma piuttosto dura e fragile...] offre una migliore capacità di “trasferire” inchiostro al pennino; sarà pur vero (in quale grado?) ma la prova di scrittura di questa penna indica che un progetto intelligente ed efficiente consente di ottenere risultati di tutto rispetto anche col più modesto ABS!


Leonardo Momento Zero Hawaii assialeIl gruppo pennino è infilato a pressione nella sezione e non è facilmente asportabile, per eventuali sostituzioni del pennino. Non è certamente troppo complicato ma chi avesse intenzione di cimentarsi in questa operazione dovrebbe prestare attenzione ad esercitare uno sforzo rigorosamente assiale, evitando componenti flessionali che potrebbero provocare la rottura dell’alimentatore. 
Una indicazione utile per il corretto rimontaggio è fornito dalla foto che con la linea rossa tratteggiata vale a ricordare che il solco del pennino è allineato con l’incisione sul fusto, quella col nome del produttore e il numero della penna.
Fatte queste doverose premese, veniamo alla prova di scrittura, i cui risultati possono essere anticipati in una sintesi brevissima: una prestazione eccezionale.
La penna è stata caricata (su iniziativa della solita inossidabile Laura) con una miscela di prestigiosi inchiostri Iroshizuku: Asa-gao (ipomea) + Kon-peki (azzurro), con un colore finale proprio fascinoso.  La carta usata per la prova è l’ormai solita Fabriano EcoQua.
Appena si appoggia la penna sul foglio si avverte subito una sensazione di “facilità”: la traccia si dipana continua e costante dal pennino <F> anche con una pressione molto limitata e tale rimane anche col modestissimo peso proprio applicato al pennino; chi prevede di usare questa penna in lunghe sedute di scrittura non potrà che condividere la mia gioia nell’uso di una penna così “facile” e comoda.
La larghezza della traccia conferma che si tratta di un pennino europeo (germanico, per la precisione): la larghezza di questo <F> compete alla pari con un onesto <M> orientale. L’inchiostrazione è sempre più che adeguata, segno evidente dell’ottimo lavoro svolto dall’alimentatore.
Anche lasciando il pennino “aperto” per alcuni minuti la ripresa della scrittura avviene senza salti o incertezze.
Ad una velocità di scrittura normale si avverte appena un modestissimo feedback che diventa più nitidamente percettibile solo quando si tracciano lunghe linee veloci.  Il reverse writing è realmente praticabile, per produrre una traccia molto sottile ma perfettamente regolare e senza un aumento fastidioso del feedback.
Le pregevoli doti di scrittura di questa penna mi hanno indotto a estendere la prova su comune carta da fotocopie: i risultati si sono confermati molto lodevoli.
Consapevole delle caratteristiche peculiari del pennino ho voluto cimentarne le doti di flessibilità per ottenere significative variazioni di spessore. Non si tratta certamente di un pennino “flex” in senso proprio ma, con un controllo ragionevole della pressione, si riesce a fare aprire i rebbî fino ad ottenere uno spessore circa triplo di quello “normale” e senza alcun segno di “railroading”: un risultato davvero interessante!
Credo sia piuttosto difficile trovare una penna che, come questa, scriva così affidabilmente e piacevolmente già “out of the box”: sarà pure merito dell’accoppiata inchiostro-carta particolarmente felice, ma i risultati complessivi rimangono di assoluto rilievo, una piena conferma del valore delle scelte operate dal giovane ma già così prestigioso nuovo marchio italiano.
Non sembra davvero la penna più indicata per un oscuro lavoro “di archivio”: questa penna ama (e merita) la luce e il sole, per essere giustamente ammirata e apprezzata con tutte le sue sfumature. Tenerla tra le mani, usandola “anche” per scrivere, può essere fonte di un piacere innocente ma intenso.
Il tutto ad un prezzo certamente non irrisorio ma complessivamente adeguato, adeguato alla realizzazione in sé e alle nostre aspettative. Ovvero: non c’è nulla di più necessario del superfluo!

Buona scrittura. Buon divertimento.
[gennaio 2019]
                                        Leonardo Momento Zero Hawaii vs twsbi cs lamy
Il confronto tra la Leonardo (in alto), la TWSBI 580AL (al centro) e la Lamy AL Star (in alto) indica la Leonardo come una penna di dimensioni “medie”, sia con cappuccio sia senza.

PROVA DI SCRITTURA
LEONARDO OFFICINA ITALIANA MOMENTO ZERO “Blue Hawaii” <F>
Inchiostro: Iroshizuku Asa-gao (ipomea) + Kon-peki (azzurro) Carta: Puntinato FABRIANO Ecoqua

NB: il righello che compare nella scansione del foglio ha lo scopo di consentire una valutazine dimensionalmente corretta dei risultati (spessori), che risulterebbero falsati da una riproduzione che non fosse in scala 1:1.


                            Leonardo Momento Zero Hawaii Prova di scrittura





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