Nell’ormai lontano1892, il litografo Johann Adolf Rohrer (1850 – 1918) diede inizio, a Lipsia, alla produzione di accessori speciali per la grafica. Suo figlio Johann Adolf Rohrer junior (1880-1953), un bravo litografo anche lui, continuò la produzione di questi prodotti speciali e, insieme al suo socio Felix Arthur Klingner fondò nel 1907 la società ancora oggi attiva col nome di Rohrer & Klingner. ...Nell’attuale siamo già alla quinta generazione di maestranze che mantengono la tradizione nella produzione di inchiostri e altri prodotti per incisione e litografia. Nel rispetto di consolidate “ricette”, i prodotto R & K sono ancora prodotti a mano, combinanto leganti naturali con i rispettivi coloranti, nel rigorose rispetto dell’ambiente.
                                                                                                                                                                                                                                                           [dal sito ufficiale Rohrer & Klingner]

COLORE
Non è certo facile il “compito” di farsi strada per un inchiostro sbrigativamente definibile come blu: la concorrenza è folta e spietata, con tante sfumature e intonazioni diverse. Quello che però si può affermare con certezza è che questo inchiostro blu non appartiene alla schiera, compunta e un po’ seriosa, dei blu da ufficio o (peggio ancora) scolastici. La sua composizione cromatica RGB quantifica la prevalenza marcata del blu sugli altri due colori di base: come con le ricette gastronomiche più felici, è sempre una questione di proporzioni. Ed in questo caso la presenza decisamente limitata della componente rossa spiega la mancanza di inflessioni violacee (a molti sgradite...) e “inquadra” quantitativamente il risultato finale, costituito da un blu di grande freschezza, capace di suggerire mari e cieli d’estate. Anche i tratti più sottili conservano le peculiarità cromatiche di base di questo inchiostro.

Una precisazione “cromatico/lessicale”
A dispetto del nome ufficiale, si ha una certa difficoltà a indicare come blu questo colore: almeno gli italofoni cromaticamente più “allenati” tenderanno ad idenficarlo come un bell’azzurro. Vale la pena di ricordare che “azzurro”deriva dal termine persiano دروژال (lâžvard, lâžavard), in riferimento al colore del lapislazzulo, che è proprio quello delle zone meno sature di questo inchiostro. D’altra parte è ben noto che i confini tra azzurro e blu non sono definiti in modo netto, tanto che una ricerca ha dimostrato come i due termini vengano impiegati da osservatori italofoni in maniera del tutto intercambiabile (= confusa?...) per indicare lo stesso colore intermedio. Secondo una sorta di convenzione ampiamente accettata l’azzurro è una gradazione più chiara e luminosa del blu: continuando a “schiarire” ...si ottiene il celeste. Con riferimento a contesti naturali, si assume che il mare profondo sia blu mentre il cielo di una giornata tersa sia azzurro: salvo errori e/o confusioni...

SATURAZIONE
La densità è abbastanza dipendente dalla quantità di inchiostro che lasciamo sul foglio: alla prima passata si presenta l’azzurro di un bel cielo sereno; aumentando la quantità di inchiostro la densità aumenta apprezzabilmente e la tinta tende ad allinearsi ad un bel blu mediterraneo, senza però mai raggiungere la consistenza delle profondità. Certamente affascinante questo ventaglio di sfumature: si conferma, pertanto, che in questo caso appare più appropriato ricorrere al termine italiano “azzurro” che, molto meglio del blu, descrive la reale consistenza cromatica di questo inchiostro.

RESISTENZA
Cinque minuti di permanenza sott’acqua evidenziano una prestazione davvero modesta: il testo conserva una leggibilità solo marginale: nel caso di testi importanti sarà meglio rivolgersi ad inchiostri di più sicura e provata resistenza. A tal proposito proprio non si capisce la denominazione di “permanent” per un inchiostro così “cagionevole”: forse R & K intendeva riferirsi ad altri tipi di “sollecitazioni”, come, ad esempio, quella ai raggi UV, verificabile, tuttavia, solo in un’apposita cella per le prove di invecchiamento artificiale.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA
Se proprio ci si vuole convertire al blu, questo inchiostro potrebbe costituire l’occasione giusta per svecchiare il proprio gusto, affrancandosi dalla noia del solito, dello scontato, per lasciarsi identificare, finalmente, con un poco di coraggio, in una immagine cromatica più fresca e dinamica. D’altra parte si tratta di un colore che non presenta caratteristiche ostative per alcuno degli impieghi più disparati, anche quelli più formali e importanti: basta caricarlo in una bella penna (per “assonanza” l’ho caricato in una Leonardo “Pietra marina”...) per godersi la bella traccia azzurra che è in grado di lasciare sul foglio, meglio se di una qualità consistente e “strutturata”. In ogni caso, qualunque sia l’ambito di utilizzazione, una pagina piena dei segni tracciati con Permament Blau costituisce la premessa per un godimento visivo sicuro e gratificante.

                           Rohrer & Klingner Blau Permanent Test dell Inchiostro
                            Rohrer & Klingner Blau Permanent test Pennino calligrafico
Il testo (a sinistra in alto), tracciato con una penna da intinzione con pennino calligrafico D. Leonardt, evidenzia la totale assenza di feathering; una prestazione confermata dai ghirigori della piccola prova sopra a destra.
Il dettaglio fortemente ingrandito evidenza anche la presenza davvero modesta di shading.





Rohrer & Klingner Blau Permanent spennellate shading




















Alle varie passate successive corrisponde solo un aumento limitato della saturazione;
shading davvero limitato!
Rohrer & Klingner Blau Permanent water test

















Davvero modesta la tenuta all’acqua: il testo risulta quasi completamente dilavato e relegato ad una leggibilità appena marginale.

IDENTIFICAZIONE CROMATICA
L’immagine della macchia di inchiostro è stata acquisita insieme a quella della mira di colore Color Checker X-Rite mediante lo scanner EPSON V850 PRO. La presenza della scala di grigi ha consentito la calibrazione cromatica complessiva (bilanciamento del bianco) in Camera Raw. La sonda di PhotoShop ha potuto così fornire una “identificazione” attendibile per il colore in questione.

                 Rohrer & Klingner Blau Permanent test xrite

INCHIOSTRO: Rohrer & Klingner BLAU PERMANENT


Composizione RGB: R = 73, G = 101, B = 202

NB: la composizione RGB prevede, per ognuno dei tre colori (Red, Green, Blue), 256 livelli, da 0 (nero) a 255 (saturazione max): (0,0,0) corrisponde al nero assoluto, (255,255,255) corrisponde al bianco.

ATTENZIONE: l’inclusione di mire di colore (RGB + CMYK) e scala di grigi garantisce una corretta riproduzione cromatica sui diversi monitor (meglio se già calibrati...)


[aprile 2019]
[recensione pubblicata sul sito www.ilpennofilo.it]



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