Goldpen Mezzanotte
- Giulio Fabricatore
- Stilografiche
- 0 piace
- 1400 visualizzazioni
- 0 Commenti
Qualche (doverosa) nota preliminare
Dall’unione tra l’esperienza quarantennale di Goldpen di Isernia e la maestria degli artigiani della scrittura di Delta nasce Mezzanotte, edizione limitata e numerata in soli 100 esemplari, dedicata alla notte, alsuo mistero ed alla sua eleganza.Realizzazione in resina pregiata lavorata al tornio dal pieno, finiture rodiate, clip in acciaio armonico con rotellina per facilitare l’inserimento nel taschino, pennino in oro 14 K e caricamento a stantuffo, con finestra esplorativa per la verifica del livello di inchiostro e meccanismo realizzato in ottone e dotato di fine corsa a frizione. Tutto in questa penna è pensato per assicurare un’esperienza di scrittura superiore ed una lunga durata nel tempo, testimoniata dalla garanzia a vita della casa costruttrice.
[dalla presentazione dei curatori del progetto]
Confezione e presentazione
La penna viene protetta e custodita in un triplice ordine di involucri: quello esterno, aperto alle due estremità, reca sulla faccia frontale, l’indicazione “Goldpen.it” a sottolineare e ricordare che, se la costruzione materiale è della Delta, la paternità “spirituale” è della dinamica azienda molisana. La custodia intermedia (una scatola di cartoncino leggermente goffrato quasi nero) non reca alcuna scritta; guardando bene, però, si nota, sulla parte bassa della faccia sinistra, un piccolo adesivo (circa 12x6 mm) con un numeretto che è proprio quello “di serie” della penna, 20mo esemplare dei 100 totali: quando si dice serie limitata! Aprendo il coperchio di questa scatola si può godere della vista sulla confezione vera e propria, davvero particolare:
sulla destra un incavo ad hoc nella schiuma di protezione consente l’alloggiamento di un piccolo calamaio di inchiostro nero Delta, gradito omaggio. Sulla sinistra campeggia, nel suo elegantissimo nero lucido, il contenitore vero e proprio.
Realizzato con due lastre di plexiglas nero lucidissimo, in una struttura a sandwich che racchiude al centro la densa schiuma sintetica che ospita e assicura la penna.
Il sandwich viene bloccato da due viti, a destra e a sinistra, la cui testa reca una deliziosa incisione che riproduce il disegno del pennino, ormai classico logo della Delta, elaborato con uno sviluppo “a specchio” secondo lo schema “positivo-negativo”, come si può agevolmente vedere nell’immagine nel piccolo riquadro: un piccolo dettaglio di grande raffinatezza!
Come accennato prima, la penna viene tenuta in posizione, in condizioni di assoluta sicurezza, dalla particolare conformazione della densa schiuma, al centro del citato sandwich, sagomata a forma di clessidra: la parte più stretta afferra e ferma con sicura delicatezza la penna, a prova di qualunque scossone o traversìa inflitta dal corriere più ...sbadato.
Oltretutto, come si può vedere dall’immagine, la soluzione adottata travalica la dimensione della semplice funzionalità per attingere una valenza stilistica di sicuro effetto: una lezione di design intelligente ed utile!
Forma ed estetica
Mezzanotte è una penna che si impone subito all’attenzione: certamente non per la lunghezza ma per un diametro di tutto rispetto: dal rapporto lunghezza/diametro appare quasi panciuta! La forma complessiva (fusto e cappuccio) è quella di un cilindro lievemente rastremato. Il nero severo e assoluto è mitigato solo dagli eleganti decori, “bianchi” per il rivestimento in rodio.
Nella parte alta del cappuccio un anello lucido è solidale alla clip e ne costituisce l’elemento strutturale di supporto. Verso la bocca del cappuccio trova posto la veretta in argento 925/1000 che, per stile e qualità realizzativa, si pone ben al di sopra di una funzione puramente decorativa: costituisce, anzi, una presenza caratterizzante di assoluto rilievo.
D’altra parte rappresenta proprio uno degli elementi focali del progetto. I simboli storici che vi sono riportati, l’alloro e il “saunion” (la punta della lancia degli orgogliosi guerrieri sanniti), sono valorizzati da una lavorazione artigianale di grande accuratezza: avendo rinunciato a metodi produttivi “di serie” (stampaggio, incisioni laser e affini), la dichiarata tecnica di realizzazione, con fusione “a cera persa”, secondo una maniera antica, rimane, vale la pena di ricordarlo, appannaggio delle opere di maggior pregio.
Un ottimo viatico per una penna che si propone come una vera “opera” (nel senso più ampio e nobile del termine).
Da notare inoltre che (come si vede chiaramente anche dalle immagini) l’argento della veretta si distingue per una intonazione di “bianco” apprezzabilmente più calda di quella del rodio che riveste gli altri dettagli metallici, pennino compreso.
Un anello lucido “accompagna” la variazione di diametro (da circa 16 a circa 14,5 mm) tra fusto e fondello. Tutto qua: non sono presenti altri elementi che possano distrarre l’attenzione o alterare la percezione di severa eleganza complessiva.
Oltretutto avrebbero finito per interferire con il carattere dichiaratamente notturno promesso e sottolineato dal nome stesso della penna: una “mezzanotte” rischiarata solo a tratti da qualche bagliore lunare...
Sul retro del cappuccio troviamo due incisioni, in bianco latte: in alto l’indicazione del produttore, Delta (peccato che non vi sia traccia di Goldpen... l’ideatore) e in basso il nome della penna, seguìto, subito sotto, dal numero progressivo, rapportato ai 100 esemplari totali: 020/100 in questo caso (una specie di bonus per me che amo le cifre “tonde”...)
La clip, terminata dalla comoda rotellina (consueta in casa Delta) ha un aspetto piuttosto esile, che la fa sembrare leggermente sottodimensionata rispetto alla stazza della penna: ma, come vedremo, alla prova d’uso si è rivelata del tutto adeguata.
In cima al cappuccio trova posto una sorta di bottone avvitato al cappuccio, per tenere in posizione l’anello metallico al quale è solidale la clip.
Sulla parte sommitale di questo bottone trova posto un piattello decorativo in metallo (di diametro piuttosto ridotto) abbellito con l’incisione del pennino simbolo della casa: disegno, realizzazione e dimensioni della borchietta contribuiscono a raggiungere un risultato stilisticamente molto discreto e gradevole.
Comodità d’uso
Le dimensioni (lunghezza e diametri, del fusto e della sezione) sono tali da consentire una presa sicura e comoda anche a chi ha la mano relativamente grande, senza alcuna necessità di tenere il cappuccio calzato. La penna è perfettamente baricentrata e promette sedute di scrittura anche lunghe senza alcuna fatica.
La scelta del materiale (una resina di ottima qualità), la stessa tecnica di lavorazione, con macchine utensili da barre piene, e lo stantuffo metallico sono responsabili del peso non proprio trascurabile ma certamente ben sopportabile in sedute di scrittura anche lunghe: un eventuale (ma improbabile) senso di fatica viene adeguatamente compensato dalla gratificante sensazione di affidabile solidità che questa penna è in grado di comunicare: non a caso viene garantita a vita!
Chi non può fare a meno di utilizzare la penna con cappuccio calzato potrebbe avvertire l’arretramento del baricentro complessivo, a causa di un cappuccio di dimensioni e peso non trascurabili: niente di preoccupante, ma occorre farci un po’ l’abitudine.
Il cappuccio si toglie con una rotazione di un giro e un quarto: molto bene per gli scrittori “intermittenti”, che usano la penna con frequenti apri-e-chiudi.
Nonostante qualche riserva espressa da alcuni commentatori, un uso abbastanza continuativo mi conferma che la lunghezza della sezione è del tutto sufficiente a garantire una posizione sicura e stabile dell’indice: la svasatura finale, relativamente marcata, dà il suo bravo contributo.
Le filettature, sul fusto e all’interno del cappuccio, sono adeguate ad assicurare un funzionamento corretto, con un impegno sicuro in fase di chiusura e giochi decisamente modesti. Le cuspidi della filettatura sul fusto, a ridosso della sezione, sono abbastanza in alto e sufficientemente smusse: non procurano alcun disturbo alle dita che impugnano la penna.
La clip (in acciaio armonico) ha una linea estremamente semplice, priva delle due scanalature laterali presenti sulla Dolcevita: una scelta perfettamente in linea col carattere di questa penna. Del tutto adeguata l’elasticità, ben lontana dalla cedevolezza. L’ormai solita e collaudata rotellina terminale dà il suo apprezzato contributo ad un aggancio sicuro sui tesuti più disparati.
La Mezzanotte è dotata di un sistema di caricamento a stantuffo metallico (ottone) che viene azionato dall’alberino posteriore che risulta accessibile rimuovendo il tappo filettato del fondello. La coda dell’alberino risulta finemente zigrinata per favorire la presa, anche con mani sudate e tendenzialmente scivolose. Il movimento del pistone risulta fluido e regolare; l’operazione di caricamento dell’inchiostro è abbastanza rapida. Peccato che la capacità sia limitata a circa 1,1 ml soltanto!
Come altre Delta, anche questa penna sembra (a dire di alcuni) soffrire di un piccolo inconveniente che mette conto segnalare: quando il serbatotoio si approssima a svuotarsi è probabile che l’alimentatore rilasci una goccia sul foglio o sulle dita, un’evenienza certamente fastidiosa. Una abbastanza diffusa spiegazione del “fenomeno” invoca una perdita dell’equilibrio fra le due forze che governano il transito dell’inchiostro verso il pennino: la gravità e la capillarità.
Quando il serbatoio è quasi vuoto, si sostiene, lo squilibrio fra le due forze è la probabile causa del problema. A mio parere la causa più plausibile (nelle date caratteristiche costruttive) è nel ruolo che ha l’aria nel serbatoio vuoto: riscaldata dalla mano che impugna la penna, l’aria si dilata (= espande) ben più dell’inchiostro, fino a spingere fuori una piccola quantità dell’inchiostro residuo (confinato, ormai, quasi al solo alimentatore), la famosa goccia!...
Si potrebbe organizzare una piccola prova sperimentale con il serbatoio quasi vuoto e la penna tenuta in verticale ma non impugnata... Provare per credere.
In ogni caso il rimedio più semplice consiste nell’evitare che il serbatoio si svuoti del tutto. Diverse testimonianze concordano nell’assicurare che il “gocciolamento” non si verifica sempre e comunque: personalmente non mi è mai capitato di sperimentarlo.
D’altra parte la ink window (perfettamente trasparente e visibile) presente sulla Mezzanotte consente di tener comodamente sott’occhio il livello, per evitare di finire “in riserva”...
Oltretutto, vale la pena di ricordarlo ai distratti, la finestrella dell’inchiostro è visibile (almeno parzialmente) anche col cappuccio completamente avvitato.
Il gruppo pennino
Il gruppo pennino, comune ad altre Delta (come la Dolcevita), si caratterizza visivamente per una estrema sobrietà. Il pennino (di origine Bock?), in oro 14 K, reca le informazioni di rito (in colonna, rispettivamente: DELTA, ITALY (piccolo piccolo, quasi illeggibile), M, 14K- 585) sistemate nella parte inferiore della superficie disponibile, sotto il solito simbolo del pennino Delta. La parte superiore del pennino è occupata da un decoro piuttosto semplice, quasi essenziale. Il foro di sfiato è circolare. Devo ammettere di non amare in modo particolare il lettering che non sembra particolarmente curato; la qualità generale delle incisioni, inoltre, non sfugge a qualche rilievo.
Sul materiale costruttivo dell’alimentatore non sono in grado di riferire nulla di preciso: colgo l’occasione per confessare un certo disagio per la mancanza di una qualunque fonte (cartacea, informatica, web) affidabile ed esauriente sulle caratteristiche di questa ed altre penne Delta: un poco frustrante andarsi a cercare le informazioni in giro, non trovando, alla fine, neanche quello che si cercava!
L’eventuale sostituzione del pennino può essere effettuata esercitando uno sforzo di trazione sull’intero gruppo pennino-alimentatore e ricorrendo a uno dei pennini disponibili.
Come accennato, questa versione è equipaggiata con un pennino in oro 14K (460€) ma sono disponibili altre due versioni: in oro 18K (a 550€) o “Fusion” (a 375€, prezzi Goldpen a gennaio 2019).
Merita ricordare che questa è una penna lavorata e assemblata a mano in una piccolissima serie: non si può contare, perciò, su una uniformità di produzione riservata alle grandissime serie industriali (penso a Lamy o alla stessa Pelikan...). Nulla di strano, perciò, che la MIA penna presentasse, out of the box, dei piccoli ma fastidiosi problemi di alimentazione, con salti non frequenti ma ...presenti.
Mi è bastato però un “help” rivolto alla disponibile e bravissima signora Laura di Goldpen: un cambio di pennino al volo e una sistemata all’alimentatore mi ha consentito di riavere tra le mani una penna docile ed affidabile, la penna della quale sto per descrivere la lusinghiera prova di scrittura, per la quale mi sono avvalso dell’affascinante Diamine Asa Blue, dalle straordinarie affinità (appena più scuro) con il prestigioso Konpeki (= azzurro) della Iroshizuku. Il supporto è stato quello ormai solito: puntinato Fabriano Ecoqua.
Dopo la citata operazione di “fine tuning” la penna si è rivelata in grado di fornire una prova di scrittura assolutamente ineccepibile. Il tratto risulta appena un po’ più stretto di un usuale <M> europeo (cioè: germanico), ben supportato da un flusso di inchiostro tendenzialmente generoso, merito dell’alimentatore ma anche dell’inchiostro. Mi limito a ricordare, ancora una volta, ai maniaci delle misurazioni “precise”, che la larghezza dei pennini è materia che rimane fantasiosamente incerta: se non dobbiamo eseguire implacabili disegni tecnici (che ormai si fanno solo al computer) il consiglio è di provare un certo pennino (ove possibile) e scoprire se piace il suo tratto, tutto qua!
A tal proposito occorre riconoscere che è proprio questo comportamento, proprio questo pennino, con la sua relativa “ampiezza” che consente di apprezzare le affascinanti doti (colore e shading) di questo delizioso inchiostro, blu verso il turchese con sfumature porpora: un tratto più “avaro” o semplicemente misurato ne avrebbe mortificato la ricchezza cromatica!
Oltretutto l’Asa Blue è abbastanza fluido da cooperare ad un flusso facile e scorrevole, sempre pronto e uniforme anche a pressione ridottissima: più che bastevole la pressione propria della penna (anche senza cappuccio); se poi la carta è quella “giusta” si ha l’impressione che la penna sia quasi dotata di telepatia, capace di trasformare direttamente i nostri pensieri in segni: la mano serve solo a starle dietro! Insomma una vera festa per chi come me gode di una scrittura in assoluto relax.
Il feedback, estremamente modesto, quasi assente, nella scrittura normale, si avverte, limitato e non sibillante, solo nel tracciamento veloce di linee lunghe.
La durezza (o flessibilità...) di questo pennino può essere definita “media”, che è un modo (un po’ equivoco) per dire che non è particolarmente elastico. Esercitando una certa pressione si riesce ad ottenere un allargamento della traccia, fino a raddoppiarla, o poco più.
A tal proposito rimane valida la solita raccomandazione: l’oro (14K in questo caso), a differenza dell’acciaio, è più incline a un comportamento plastico che elastico, tende, cioè, a deformarsi in maniera tristemente permanente; basta esagerare un po’ (difficile dire quanto: dipende dalla sensibilità individuale...) e il pennino avrà bisogno delle dispendiose cure di un bravo nib master. La variazione di tratto che si può vedere nella prova di scrittura è frutto di un controllo molto prudente della pressione: i maldestri sono avvertiti e vivamente invitati a non insistere.
La scrittura a pennino rovesciato (reverse writing) si è dimostrata possibile ma non proprio gradevole: pur senza un fastidioso aumento del feedback, il tratto è divenuto davvero troppo sottile e il flusso si è ridotto in misura quasi inaccettabile: da utilizzare solo in casi di assoluta necessità.
Incoraggiato da questi risultati così lusinghieri ho voluto cimentare la Mezzanotte anche su carta più “ordinaria”: sui fogli quadrettati di un comune blocco per appunti dell’ottima Pigna la penna ha confermato un comportamento di assoluto rilievo, riproponendo, imperturbabile, le stesse prestazioni già evidenziate sulla carta “migliore”. Ci si sente perciò incoraggiati ad un uso continuo e, direi quasi, disinvolto di questa penna: nonostante un aspetto severo e, tendenzialmente schivo, finisce per dimostrarsi disponibile ad utilizzi molteplici, anche a prendere appunti al volo, perché no?, su un comune blocco.
Certo non è una penna da portarsi dietro agganciata alla tasca dei jeans; ma neanche riesco immaginare che venga relegata/abbandonata su una scrivania, magari anche adagiata su un bel “pen pillow”, solo per mettere un po’ di firme: questa penna è fatta per scrivere, fedele ed affidabile, comunicando il piacere di ripetere e ripetere ancora un gesto antico, gratificato da un oggetto di gusto, capace di aggiungere alla soddisfazione di una sicura funzionalità una legittima “voluptas possidendi”, senza vergognarsene.
Un unico, inevitabile rammarico: la tiratura limitatissima la segna col destino di essere “...solo per pochi”: se avete un amico così fortunato da possederla e, soprattutto, usarla, chiedetegli di consentirvi di “farci un giro”: di sicuro ve ne invaghirete ...senza speranza!
Buona scrittura. Buon divertimento.
[gennaio 2019]
Il confronto tra la MEZZANOTTE (in basso), l’importante Pelikan M1000 (al centro) e la Lamy Safari (sopra) evidenzia una sostanziale equivalenza delle tre lunghezze, sia da chiuse sia aperte senza cappuccio. Sul diametro, tuttavia, la MEZZANOTTE recupera a proprio vantaggio i pochissimi millimetri in meno rispetto alla Pelikan, confermando così l’impressione imponente che suggerisce già al primo sguardo.
PROVA DI SCRITTURA
Goldpen MEZZANOTTE <M>
Inchiostro: Diamine Asa blue Carta: Puntinato FABRIANO Ecoqua
NB: il righello che compare nella scansione del foglio ha lo scopo di consentire una valutazine dimensionalmente corretta dei risultati (spessori), falsati da una riproduzione che non sia in scala 1:1.
Commenti (0)